... per non scadere nella mediocrità.

11 luglio 2007

Effetto serra/2


Il mondo che lasciamo ai nostri figli e alle prossime generazioni è probabile che possa portare la specie umana ad una guerra di tutti contro tutti per la sopravvivenza, o addirittura all’estinzione.
Quando si cola del cemento sull’erba e poi non ci si cammina più sopra, il cemento, nel giro di un paio d’anni, viene divorato dall’erba. E’ la Natura; ci sta facendo vedere che è Lei che comanda. Il torto che Le stiamo facendo in questi ultimi anni potrebbe essere troppo insopportabile anche per una donna paziente come Lei. La pena di morte è uno strumento di cui si avvale spesso, non Le interessano i richiami di Amnesty International. In passato l’ha usata quando ha mandato l’uragano Katrina. E tutti i giorni continua a farvi ricorso uccidendo per sete, fame e stenti. Non è giusto che chi non vive bene debba pagare per chi vive bene. Tempo fa pensavo che il problema sarebbe stato la fine del petrolio. Pensavo che le fonti alternative e rinnovabili ci avrebbero affrancato dalla dipendenza dei combustibili fossili. Poi ho capito che Sole e vento non sarebbero stati sufficienti a sopperire alla domanda energetica dell’umanità. Ho deciso che con una robusta aggiunta di nucleare e biocombustibile ce l’avremmo fatta. Non consideravo il problema dell’effetto serra in tutta la sua potenza: è quello il vero problema. Alcuni mesi fa è venuto a farci lezione alla facoltà di Ingegneria il titolare di cattedra del corso di Tecnologia Meccanica. Gatto Andrea. Ha analizzato lo sviluppo industriale e la sua compatibilità con l’ambiente e con l’uomo. Le riflessioni avevano il pragmatismo e la precisione dello scienziato. Uno scienziato documentato, che ci sa parecchio. Le conclusioni a cui è arrivato l’ingegnere sono state più catastrofiche di quelle del no-global.

Per i processi industriali serve acqua. 140 litri per una tazzina da caffè, 11000 litri per un paio di jeans, 400000 litri per un’automobile. Il peso finale di un computer e di un telefonino è il 10% del peso delle materie prime con cui è stato fatto. Per un’automobile si arriva al 20%. Già, le materie prime. Si fa un gran parlare di riciclaggio. L’attenzione del mondo ecologista è tutta rivolta alla parte finale del prodotto, al modo di smaltirlo. Nessuno si preoccupa dell’incredibile quantità di gas serra liberati in atmosfera per ottenere il metallo puro. L’acciaio è una soluzione solida di ferro e carbonio. (Il ferro al 99% è il solvente, il carbonio all’ 1% è il soluto). Ed è anche uno dei materiali più utilizzati in meccanica per le sue proprietà estremamente interessanti. In natura il ferro si trova prevalentemente legato all’ossigeno a formare ossidi. La metallurgia del ferro ha lo scopo di eliminare l’ossigeno, per farlo combina gli ossidi di ferro con il carboncoke a temperature elevatissime, fino a 2000°C. La reazione chimica è di riduzione del ferro e di ossidazione del carbonio. Si liberano grandissime quantità di anidride carbonica; a queste si aggiunge l’anidride carbonica derivante dalle combustioni necessarie a raggiungere le temperature richieste. Per ottenere 1000 tonnellate di ferro al giorno occorrono 1800 tonnellate di minerale (ossido di ferro) e 1000 tonnellate di carboncoke. Queste 1000 tonnellate al giorno andranno a formare il C del CO2.
E le metallurgie di alluminio e titanio, per la loro complessità,
richiedono ancor più energia.

2 Comments:

Blogger Fiska said...

Mi è venuto un articolo troppo lungo e ho deciso di spezzarlo in tre parti, una al giorno. Scusate i titoli: con il programma Blogger sono un pò un Pietro Marmiroli. Zezzo ti dò carta bianca. Ringrazio Dino e la Glo per i commenti di ieri; e chi commenterà nei prossimi giorni.

11 luglio, 2007 01:07

 
Anonymous Anonimo said...

Che due maroni quella foto!

11 luglio, 2007 01:08

 

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