... per non scadere nella mediocrità.

15 settembre 2009

Il Lara pensiero su Le cose dell'Amore

Prendo a prestito il titolo di un bellissimo libro di Galimberti per scrivere questo post dedicato agli autori più che ai lettori di questo blog dato che gli ultimi, a ragione, saranno spariti, stanchi di vedere il solito post per mesi, ai primi perchè tanto si è parlato in questo anno di Cose dell'Amore, come fosse cosa arcana e stupenda (questo è un altro titolo preso a prestito) e come fosse da capire per farla. Ecco, io stasera (e mi soffermo su questo aspetto temporale e temporaneo perchè come voi sapete domani potrebbe già essere diverso) credo che l'Amore non abbia niente di romantico ma che sia, al contrario, la cosa più naturale e quasi fisiologica che ad un uomo possa accadere. Amore sopraggiunge quando cadute le barriere della propria individualità, il nostro orizzonte arriva a contemplare e fondersi in un altro, come se il mio orizzonte giallo fondendosi con quello blu del mio compagno diventasse verde. Si diventa qualcos'altro da sè stessi ed è come una gentile e felice concessione. Cadono le difese e ci si fa altro. Ecco perchè si ama quando si sente la necessità di sapere come è organizzata la giornata dell'altro, quando si riesce a dormire con l'altro, quando si tratta con cura l'altro. Perchè non è nient'altro che noi stessi, un noi amplificato, allungato, ingrassato, un noi che è indispensabile per vivere questa vita. E sta qui la normalità, la fisiologicità dell'Amore: è un'arma indispensabile per affrontare la parte più dura del percorso. Cadute le barriere, è impossibile esercitare egoismo nell'Amore: saremmo egoisti verso noi stessi. Fallacia. E' impensabile credere che si possa fare a meno di sapere come si muove l'altro dentro le sue giornate perchè impazziremmo se non sapessimo cosa dobbiamo fare la mattina appena svegli. In tutto questo Amore non c'è, semplicemente non c'è. E, potrebbe non esserci mai. Cadono le barriere se chi sta di fronte merita questa felice resa e chi mi dà fiducia. Il resto è romantico: dolore, desiderio, passione, rabbia, abbandono. Amore abita questi sentimenti quanto un avventore abita una locanda. E' altra cosa e sa tornare, magari ubriaco, a casa.

4 Comments:

Blogger I Girelli said...

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15 settembre, 2009 19:00

 
Blogger I Girelli said...

Non credo di aver capito, depauperi l'amore del suo romanticismo per raccontarlo poi con parole romantiche. Avresti dovuto impostare la questione in questi termini: con l'innamoramento il corpo umano produce un ormone chiamato "dopamina", che perdura in esso per massimo tre anni. Passato questo lasso di tempo, il corpo umano genera l'"ossitocina", un ormone di contrasto alla "dopamina" che modifica l'amore sessuale in tenerezza affettiva. La ragione di questa modificazione ormonale e dei rapporti è per permettere e assicurare la salvaguardia della prole, la quale sarebbe più esposta senza la sicurezza e la stabilità dell'amore affettivo e vagamente depotenziato sessualmente. La letteratura si arrabatta inutilmente cercando di autenticare l'amore nella prima o nella seconda accezione. Possiamo farlo anche noi, o anche no.

15 settembre, 2009 19:04

 
Blogger Marlene Schumann said...

Si può raccontare con parole romantiche anche l'andare a far la spesa senza che questa sia una cosa romantica. Le ricordo che sinn e bedeutung sono a ragione due cose ben diverse e che talvolta corrispondono!

15 settembre, 2009 19:11

 
Blogger Marlene Schumann said...

E vorrei aggiungere ai pensieri espressi durante questa notte di tribolazioni che l'Amore è in luogo in cui convivono egoismo e alterità. La butto lì..qualcuno la raccolga

15 settembre, 2009 19:13

 

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