... per non scadere nella mediocrità.

21 settembre 2007

Riflessioni sul “fenomeno Grillo” ad uso e consumo degli amici della Margherita (e di chi le legge)

L’otto settembre in Piazza Maggiore a Bologna è successa una cosa che non era mai successa. Circa centomila persone che abitualmente si incontrano in Internet per discutere di energia, politica, giustizia, mafia, industria si sono incontrate per ascoltare esperti del settore e per firmare una proposta di legge in tre punti:

-“chi è stato condannato in via definitiva dalla giustizia Italiana non può più rappresentarci”. Chi chiede il rispetto delle leggi deve rispettarle a sua volta.

-“dopo due legislature non si può essere rieletti”. Il politico di professione finisce con il perdere il contatto con i propri cittadini e rischia di operare in funzione di una rielezione.

-“reintroduzione delle preferenze nella scelta del proprio rappresentante in Parlamento”. I partiti devono essere l’ambiente dove si fa politica e non dove si decide chi fa politica.

La cosa che non ha precedenti è che tutte queste persone si sono date appuntamento con Internet, che ad averle portate in piazza non è stato né un partito né un’organizzazione sindacale, che l’evento non si configurava come una protesta di un gruppo di cittadini contro una legge del Governo. E poi l’età dei presenti. Ci si chiedeva dove fossero i giovani? Eccoli lì. L’indomani ne hanno parlato tutti. E qui vengo alle riflessioni. Si è parlato di qualunquismo e di antipolitica. Si fa politica quando si parla della gestione della cosa pubblica e l’otto settembre questo è stato fatto: c’erano avvocati sul palco, ingegneri, architetti, giornalisti, persone che combattono la mafia, docenti di economia all’Università. L’evento ha mobilitato giovani volontari che per sei ore sono stati ai banchetti a far firmare le persone; la gente è rimasta anche quaranta minuti in fila e ha atteso con pazienza. L’azione è stata fortemente propositiva e diretta, priva di ogni fumosa velleità qualunquista. Nel messaggio del comico genovese, il tema dominante è quella “questione morale” timidamente invocata da Parisi in un assolato giorno d’Estate. E’presente in ogni sua critica e proposta. Ed è questa voglia di riportare decenza e moralità in una politica diventata poco credibile agli occhi di molti, che ha spinto tanti giovani a mobilitarsi. Ho appena sentito Prodi dire: “è comodo criticare, ma fare democrazia significa decidere”. Grillo non deve decidere proprio niente, il ruolo sociale che si è ritagliato è quello di stimolare la riflessione, fare informazione, mettere in contatto le persone tra loro per favorire lo scambio delle idee. Trattare argomenti snobbati dai mass media e dalla politica, ma vicini alla gente. Il suo blog con tutto lo staff di esperti di cui si circonda rappresenta e continuerà a rappresentare una sorta di controllore, di vigile, di pungolo per una democrazia rappresentativa da tempo malata. Le considerazioni fin qui fatte credo che riguardino da vicino anche quello che si configurerà come il principale partito dell’arco costituzionale. Chi legge Grillo è sicuramente un potenziale elettore del nascente Partito Democratico. Nell’ultima campagna elettorale abbiamo avuto il piacere di ascoltare un discorso di grande respiro dell’onorevole Castagnetti sullo “svilimento e sfibramento delle istituzioni” che cinque anni di Governo Berlusconi avevano prodotto. Il popolo di Centrosinistra si attendeva un cambio di passo, una rottura forte con il passato. La forte disillusione si è avuta già con l’estensione dell’indulto ai reati finanziari e contro la pubblica amministrazione. E’ proseguita con il disegno di legge sulle intercettazioni ed è culminata con una Finanziaria pesante proprio mentre usciva “La casta”, il successo editoriale di Stella e Rizzo. Quel libro era lì a dirci che se ti comporti così non puoi pretendere “lacrime e sangue” dai tuoi elettori.

“Quando il paziente ha la febbre, la colpa non è del termometro” ha detto Bersani in un’intervista. Per curare questo paziente malato occorre non nascondere la testa sotto la sabbia; occorre raccogliere la sfida costruttiva che i trecentomila ragazzi firmatari della proposta di legge hanno lanciato. Il Partito Democratico trova sulla propria strada la possibilità di far proprie le istanze di questi giovani animati dalla passione per una politica migliore. La sua credibilità e il suo consenso passeranno attraverso l’attenzione che saprà prestare alle giuste aspirazioni di giustizia e pulizia morale di tante persone.

2 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Qua sotto c'è una lettera che Milena Gabanelli, quella di Report, ha scritto al blog di Beppe. Vi invito a leggerla perchè è il punto di vista di una persona che credo degna di stima e che era presente all'evento dell'otto settembre.

21 settembre, 2007 12:41

 
Anonymous Anonimo said...

ho trovato molto interessante il tuo commento all'articolo di Famiglia Cristiana da te postato. Quando avrò più tempo a disposizione motiverò quanto scritto e le mie successive riflessioni. baci clo

28 settembre, 2007 16:24

 

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