... per non scadere nella mediocrità.

29 settembre 2006

"Moderni eremiti, ragazzi-tartaruga che vivono chiusi in un mondo di tre metri per quattro: la loro camera da letto oppure la cucina, come nel caso di un ragazzino di 17 anni, sobborgo di Tokio. «Tre anni fa ha cominciato ad avere problemi a scuola - ha raccontato la madre alla tv giapponese -. Un giorno è entrato in cucina, ha chiuso la porta e non l’ha più aperta». Da tre anni la madre appoggia il vassoio con il pranzo e con la cena davanti alla porta chiusa delle cucina. Lui mette la testa fuori solo per arraffare il cibo e per farsi un bagno, una volta ogni sei mesi, nella stanza a fianco. La madre mostra la foto di un adolescente grassoccio, uno come tanti: «Era così tre anni fa, quando è entrato. Da allora non l’ho più visto». Le chiedono: aveva problemi mentali? «No - risponde - nessun sintomo di malattia».
Teenager giapponesi come moderni eremiti: non escono più dalla loro stanza. Vivono all’incontrario. La maggior parte di loro dorme di giorno e rimane sveglia la notte per guardare la tv, collegarsi a Internet o giocare alla playstation. E questo stile di vita ermetico, da reclusi, è lontano dall’essere un evento eccezionale: sarebbero un milione, soprattutto maschi, i giovani nipponici sequestrati in casa. Un’epidemia. Soffrono di un disordine del comportamento conosciuto in Giappone con il nome di hikikomori , che significa «ritiro». Ritiro dalla società. «Un fenomeno psichiatrico», ha scritto Lancet . «Gli adolescenti di tutto il mondo entrano in crisi, sviluppano ansia e agorafobia, ma l’ hikikomori è una condizione che si trova solo in Giappone», dice Henry Grubb, psicologo dell’università del Maryland negli Stati Uniti, uno dei pochi a studiare il fenomeno in Occidente.
Di chi è la colpa? Secondo l’americano dei genitori, eccessivamente passivi verso i «capricci» dei ragazzi: «Se mio figlio si rinchiudesse in camera, busserei e aprirei la porta. Semplice. Ma non in Giappone, dove tutti dicono: "Dagli tempo, vedrai che gli passa"». Secondo altri, dell’elevato tenore di vita e del rapporto simbiotico che lega madri e figli: «L’odierno Giappone è così ricco che milioni di genitori sono felici di permettere ai loro bambini di restare in casa fino a un’età avanzata, pagando senza fiatare il conto delle spese che i ragazzi fanno su Internet».
Ma c’è anche un’altra spiegazione. Il Giappone che si straccia le vesti guardando in tv la faccia appassita della madre dell’eremita in cucina è lo stesso che fa la fila per comprare l’ultimo modello di playstation. Qui hanno inventato il cane-robot e il tamagotchi, il cucciolo sul display che muore se il padrone non lo coccola. Al mondo virtuale è riconosciuta pari dignità con quello reale. «Così murarsi in casa - tira le somme l’esperto - diventa la malattia rivelatrice di una generazione ansiosa, resa vulnerabile dallo straordinario progresso tecnologico».
Il governo ha preso al questione molto sul serio. Nel primo studio sul fenomeno viene considerato affetto da hikikomori chiunque vive completamente isolato per più di 6 mesi. In 12 mesi - tanto è durata la ricerca - i casi segnalati dai servizi psichiatrici sono stati 6.151, il 40% fra i 16 e i 25 anni d’età, il 21% fra i 25 e i 30. L’8% è rimasto chiuso in stanza per dieci anni o più. «Ma è solo la punta dell’iceberg», avverte lo studio. Ai moderni eremiti non piace chiedere aiuto: non si considerano malati.
«All’origine di questi comportamenti c’è sempre una situazione fortemente stressante», spiegano all’Istituto psichiatrico di Tokyo. Ma anche l’omologazione avrebbe una parte: «In Giappone bisogna essere tutti uguali. L’alternativa? Autoescludersi». Sparire per sopravvivere.
Alcuni dei ragazzi-tartaruga riescono a rientrare nella società. La tv ha parlato di uno di loro, Tadashi: dopo quattro anni di autoreclusione, oggi lavora come fornaio. Ha paura degli sconosciuti ed è terrorizzato dal rischio che si sparga la voce che è stato malato."
Tratto da Il Corriere della sera di... un po' di tempo fa.