..non andartene!
Laurearsi è una figata. E’ un arrivo sudato ai Campi Elisi con la maglia Gialla addosso: una gioia immensa. La tua gente che ti applaude, la testa che ritorna ai Pirenei.. la fatica della scalata e il dolore sopportato a denti stretti sono sublimati nel tripudio di colori, festa.
Kierkegaard, fu una sorta di precursore dell’esistenzialismo novecentesco. Parlava della scelta come di un salto. Prima o poi si finisce con l’atterrare ma c’è sempre lo sgomento del vuoto, della mancanza della terra sotto i piedi. La scelta porta con sé un senso di angoscia. Scegliere vuol dire andare avanti e non potere più scegliere, perché hai già scelto. Non hai scelta. Mi viene in mente il Sabato del villaggio… segue
“Dell’artigian, che riede a tarda notte, dopo i sollazzi, al suo povero ostello; e fieramente mi si stringe il core, a pensar come tutto al mondo passa, e quasi orma non lascia. Ecco è fuggito il dì festivo, ed al festivo il giorno volgar succede, e se ne porta il tempo ogni umano accidente.”
Chissà se dei nostri sogni c’è rimasta “orma”. O per cosa abbiamo vagheggiato.. Può essere tutto andato perduto? Lo sguardo stupito ha lasciato il posto alla disillusione. La rabbia alla normalità. Non sono più capace di combattere.. Penso a Nietzche, all’uomo che torna Bambino. Alla poetica di Pascoli. alla Religione delle Illusioni di Foscolo. E’ tutto chiaro. Li studi, li capisci ma non li vivi. Non ancora. Soltanto adesso ti sporcano il vestito e la sottoveste. Ti entrano nella carne e ti fanno soffrire quanto hanno sofferto loro.
E’ finito il tempo dove ti svegli e vuoi essere… dove un colpo non faceva così male perché il molto che valevi gliel’avresti dimostrato… epporcaputtana!! dove ogni battaglia era vinta comunque, soltanto per il gusto di averci provato. Soltanto perchè si erano accorti che c’eri anche tu.
Quante Balle!
“E questa domenica in Settembre se ne sta lentamente per finire come le tante via, distrattamente, a cercare di fare o di capire. Forse lo stan pensando anche gli amici, gli andati, i rassegnati, i soddisfatti, giocando a dire che si era più felici, pensando a chi s' è perso o no a quei party...”
Cosa sarà di noi?